Enzo Velati ha scritto:
Per le Grazie di Nicolai
È possibile ricreare con delle fotografie, in bianco e nero, l’incanto del connubio tra parole e immagini che Dino Buzzati, scrittore e pittore, riuscì a realizzare, nei lontani anni settanta, con i suoi famosi “ex voto”, dapprima esposti e poi pubblicati in “P.G.R. – Per Grazia Ricevuta”, prezioso volume di gran successo? Questo il compito che Nicolai assume nel suo progetto “P.G.R.”.
Il lavoro, ci chiarisce, nasce dal fascino delle immagini e delle parole di Buzzati, esplicitamente richiamato nella dedica di esergo, ma prima ancora da alcune proprie singole fotografie che vogliono essere guardate, che pretendono di significare e non accettano il riposo dell’archivio.
Dalla contemplazione di queste immagini vengono a Nicolai parole che danno corpo alla meraviglia e allo stupore per metamorfosi appena compiute. Si avverte la percezione di una sospensione temporale definitiva. Le fotografie sono fonti di ipotesi miracolistiche, ma anche prove visibili di un accadimento che intendono avvalorare.
C’è differenza, quindi, dal modo in cui Buzzati metteva in ironico contrasto, in una dialettica triangolare, le immagini da lui stesso dipinte (sensuali e inquietanti), le didascalie piamente esplicative dell’ex voto e i commenti autoriali sempre attenti a chiarire l’origine, terrena e carnale, delle tentazioni.
La scelta di Nicolai, felicemente, richiama alla mente la fiducia con la quale i surrealisti usarono la fotografia per illustrare i loro racconti. I surrealisti partivano dalla scrittura e chiedevano l’aiuto delle fotografia, Nicolai invece parte dalle immagini e usa le parole per esplicitare i sensi ironici, ma anche esistenziali, delle sue fotografie.
La parte dello spettatore è creativa. Può accettare quella proposta di senso tra parole e immagini sapendo però che non ci sono interpretazioni uniche e che quel senso può introdurre a significati ulteriori, inediti e autonomi.
Vincenzo Velati